In questo blog informativo troverete notizie, link e libri che parlano degli ultimi ritrovati e nuove cure naturali e alternative per combattere le malattie, anche gravi, senza ricorrere a farmaci costosi, inutili e spesso dannosi per la salute.
lunedì 2 febbraio 2015
Lo Studio Cina (The China Study) per scoprire quali alimenti fanno ammalare
Si chiama The China Study. La più imponente ricerca sulla relazione tra benessere e dieta. Ispirata dalle condizioni drammatiche di salute di un alto funzionario cinese. Se ne parla in un libro pubblicato di recente. Che racconta come si potrebbe rivoluzionare la medicina. E perché questo ancora non accade.
È certamente una storia curiosa quella che da un dramma, come una grave malattia che porta alla morte, fa scaturire, per una serie di coincidenze e di tenaci volontà, nuove acquisizioni scientifiche che hanno rivoluzionato i criteri di giudizio scientifici sulle diete salutari per il genere umano. Si tratta di una vicenda appassionante che vale la pena di conoscere. E di leggere sul libro The China Study, scritto dal dottor T. Colin Campbell (insieme al figlio Thomas M. Campbell II), autore e protagonista indiscusso di questa storia.
C’era una volta il ministro cinese
A metà degli anni Settanta del secolo scorso, il primo ministro cinese Ciù-En-Lai stava morendo di cancro. In quella occasione le autorità cinesi, stimolate anche dalle ultime volontà dell’autorevole paziente, decisero di effettuare una ricerca nazionale per raccogliere informazioni sulla presenza di questa patologia nella popolazione cinese. Concretamente, furono studiati quasi 900 milioni di persone e coinvolti oltre 650 mila ricercatori. I numeri cinesi, si sa, sono sempre giganteschi, ma quella fu certamente la ricerca scientifica che indagò il più elevato numero di persone di tutti i tempi. Il risultato più importante è stato l’elaborazione di una mappa che rappresentava (per una cinquantina di tipi di cancro) la frequenza con la quale i tumori maligni si manifestavano in un determinato territorio. Quello che balzava agli occhi era che il numero di casi di cancro era notevolmente diverso (anche di cento volte) nelle differenti aree indagate.
Prima lo stile di vita, poi i geni
Occorre sapere che la popolazione cinese deriva per l’87 per cento dallo stesso gruppo etnico e ha quindi un patrimonio genetico sostanzialmente omogeneo. Per questo motivo, fu ritenuto dai ricercatori che la predisposizione genetica fosse quasi ininfluente sul rischio di ammalarsi per tumore. Tra l’altro, negli stessi anni due famosi ricercatori americani, Doll e Peto, stimarono che la componente genetica nel rischio di cancro non contasse più del 2-3 per cento. L’unica spiegazione di variazioni così imponenti nell’incidenza del cancro poteva dunque essere trovata solo indagando i fattori ambientali.
Sulla base di questi dati di partenza, assai interessanti e promettenti, il dottor Campbell (un esperto ricercatore Usa che da molti anni si dedicava a indagare i rapporti tra dieta e salute) e il suo gruppo di collaboratori provenienti dalla Cornell University, dall’Università di Oxford e dall’Accademia cinese di medicina preventiva cominciano nel 1983 a raccogliere sistematicamente informazioni in tutta la Cina sulle relazioni che esistono tra 367 variabili dello stile di vita e le malattie croniche. Questa indagine si è avvalsa anche di esami del sangue e delle urine, questionari, campioni di cibo, ecc.
Il lavoro di Campbell e dei suoi fu veramente enorme. Pensate solo che dall’incrocio delle diverse variabili prese in considerazione uscirono oltre 8.000 relazioni significative tra le abitudini alimentari e le malattie. Il lavoro proseguì anche negli Stati Uniti esaminando abitudini e stato di salute degli americani (e dei cinesi trasferitisi negli Stati Uniti) in modo da poter comparare e verificare se abitudini e stili di vita sostanzialmente identici portassero alle stesse malattie, indipendentemente dal patrimonio genetico. E così è stato.
Alla caccia di conferme
Campbell e il suo gruppo, di fronte a risultati così clamorosi, si misero a ricercare nelle pubblicazioni scientifiche e nel lavoro di altri ricercatori altre prove delle loro clamorose scoperte. In effetti, scorrendo le pubblicazioni degli ultimi 50 anni trovarono numerosissime conferme. Si trattava di scoperte che dimostrano senza ombra di dubbio che obesità, diabete e malattie cardiovascolari non solo possono essere prevenute con una dieta appropriata, ma possono addirittura essere fatte regredire con le giuste correzioni dietetiche. Scoprirono anche che numerosi studi scientifici dimostrano che varie forme di cancro, le malattie autoimmuni, la robustezza delle ossa, la funzionalità dei reni e del cervello possono essere influenzate in modo significativo dalle abitudini dietetiche.
Gli studi di Campbell e di altri ricercatori giungono a una stessa conclusione: coloro che si nutrono prevalentemente di cibi di origine animale si ammalano più facilmente di malattie croniche (cancro, diabete, osteoporosi, ecc.). Mentre le persone che consumano maggiori quantità di cibo vegetale
risultano più protette rispetto alle stesse patologie. È interessante notare che non è stata rilevata una soglia minima, al di sotto della quale la correlazione tra consumo di cibo animale e rischio di ammalarsi per quelle patologie era poco significativa. In altri termini, più il consumo di cibo animale (e in particolare di proteine animali come carne e latticini) tende a zero, più il rischio di malattie croniche si riduce. E viceversa. Un dato clamoroso, in grado da solo di rivoluzionare le basi stesse della medicina odierna.
Il ruolo della scienza medica e del complesso industriale
Di fronte a conoscenze scientificamente provate di questa portata, come mai la loro diffusione e, soprattutto, la loro completa e stabile integrazione nella medicina di tutti i giorni è praticamente assente? Tanto da compromettere seriamente la salute di milioni di persone e, non dimentichiamolo, mettere in discussione la sostenibilità economica dei sistemi sanitari nazionali? Queste domande se le pone anche il nostro Campbell e, nel suo libro, dedica un’intera sezione per dare ai lettori spiegazioni su queste questioni cruciali. È molto interessante scoprire nel racconto delle sue vicende professionali e personali quanto il sistema articolato e integrato costituito dalla comunità scientifica e universitaria, dalla politica, dall’industria, dai giornalisti e dai mezzi di comunicazione sia in grado, senza generalmente commettere reati, di «addomesticare» ed evitare di comunicare le informazioni scientifiche fondamentali per la salute delle persone. I motivi di questo comportamento sono sostanzialmente di due tipi. Da un lato la necessità di salvaguardare le posizioni di potere e di privilegio e, dall’altro, di non compromettere i profitti dei complessi industriali e finanziari che, con l’allevamento degli animali, la produzione e commercializzazione dei latticini, la vendita di farmaci, la gestione di centri specialistici medici e chirurgici fanno grandi affari. Campbell spiega senza peli sulla lingua (sempre facendo salva la sincera buona fede di molti operatori sanitari e scienziati) quanto gli è capitato nella sua lunga vita di operatore della scienza, a contatto con la politica, l’industria e la finanza. Le quali, lo dice Campbell stesso, non sempre ci fanno una bella figura.
Di Paolo Pigozzi*
*Medico nutrizionista
FONTE : http://www.vitaesalute.net/lo-studio-che-cambierebbe-il-mondo
Latticini e malattie
Latte e derivati
Qualcosa di importante che è bene sapere. Da articoli di vari autori.
(I links in questa sezione non sono necessariamente in accordo con le informazioni qui fornite. La decisione è Vostra personale).
Qualcosa di importante che è bene sapere. Da articoli di vari autori.
(I links in questa sezione non sono necessariamente in accordo con le informazioni qui fornite. La decisione è Vostra personale).
Siamo uomini o vitelli?
"Fino a due anni i bambini dovrebbero essere alimentati con latte materno. Dopo i due anni, dimenticate ogni tipo di latte!". Questa vera e propria bomba e stata fatta recentemente esplodere dal celeberrimo dottore Benjiamin Spock, padre della moderna pediatria. Il suo libro "Baby and child care" ha venduto ben 40 milioni di copie in tutto il mondo, affermandosi come il vangelo dello svezzamento e della cura di neonati e bambini. Oggi Spock, che aveva sempre consigliato il latte vaccino, ha radicalmente cambiato idea, abbracciando le tesi che da anni molti medici ed esperti (nonché vegetaliani, macrobiotici ed igienisti) propugnano: il latte vaccino fa male, soprattutto in fase di crescita, perché può provocare molte deficienze immunitarie e disturbi vari, tra cui l'anemia, allergie e persino un insufficiente sviluppo cerebrale. Spock, dunque, si trova ora fianco a fianco col Prof. Frank Oski, direttore del Reparto Pediatrico della prestigiosa John Hopkins University di Baltimora ed ex-presidente della Societh Americana per le ricerche in pediatria, che in molti libri (tra cui il provocatorio "Non bere il tuo latte") sta da molti anni sta facendo una crociata anti-latte di mucca.
L'immagine
del bianco alimento, descritto come cibo perfetto per bambini e
anziani, sta vacillando.
Il
rapporto preparato per la Conferenza Internazionale sulla Nutrizione
FAO/OMS riporta testualmente: "all'allattamento al
seno viene universalmente riconosciuto un ruolo di primaria
importanza per garantire il migliore stato di nutrizione del
bambino e per prevenire importanti malattie dell’età pediatrica
(affezioni gastrointestinali, allergie, obesità, ecc.)". Dice
inoltre che "dopo i due anni di età si osservano, con notevole
frequenza, le stesse errate abitudini alimentari riscontrabili
nella popolazione adulta, caratterizzate da un eccesso di proteine
e grassi animali"
L'uomo
è l'unico animale che continua a nutrirsi di latte anche dopo lo
svezzamento. Che sia il desiderio di non diventare mai adulti? Molti
pensano che da sempre l'uomo abbia consumato il latte di mucca,
dandolo persino a neonati e bambini. Non è affatto
cosi. Fino a tre secoli fa nessuno si era mai sognato di dare
latte di mucca come sostituto del latte materno, e solo negli
ultimi 50 anni il consumo di latte vaccino ha conosciuto una
vertiginosa impennata, diffondendosi in tutti i paesi
industrializzati. Anticamente il latte di mucca era usato solo dai
pastori-nomadi (adulti), mentre il burro,
ad esempio, veniva usato dai Romani dell'Impero di Augusto per farne
unguenti per la pelle.
Il
latte umano è l'unico nutrimento del bambino (almeno cosi dovrebbe
essere) fino al completamento della prima dentizione, detta, perciò,
da latte; pertanto, l'allattamento può protrarsi anche a 2 anni
circa d’età. In realtà lo svezzamento, che può iniziare verso il 5'
– 6' mese, prosegue lento e graduale fino a rendersi totale anche
verso il 15' mese ed oltre, con varianti dipendenti da molteplici
fattori.
Prima di tutto il latte di una madre sana e
sempre fresco e batteriologicamente
puro, mentre ogni tipo di latte non umano deve subire un processo
di "cottura" ad alte temperature che ne distrugga gli organismi
nocivi (ma la stessa sorte tocca purtroppo anche alle vitamine). Latte materno e latte vaccino non sono assolutamente
uguali, se non nel colore: si differenziano
infatti nella composizione percentuale degli
ingredienti (essendo l'uno destinato a far crescere esseri umani
e l'altro bovini), e nella qualità di tali ingredienti (ad
esempio le catene di aminoacidi sono completamente diverse).
Inoltre solo nel latte materno sono presenti sostanze che
immunizzano il neonato dalle infezioni (soprattutto quelle
respiratorie e intestinali), nonché la quantità di fosforo
esattamente necessaria al suo sviluppo cerebrale. Il
"cucciolo" di uomo sviluppa dapprima il cervello, mentre
l'animale sviluppa prima la struttura ossea. La quantità di
lattosio, essenziale per lo sviluppo cerebrale del bambino, nel
latte umano e quasi il doppio rispetto a quella che si riscontra
nel latte vaccino. Questo fatto e facilmente spiegabile se
si pensa che l'accrescimento del cervello del bambino e molto più
rapido di quello del vitello. Usando il latte vaccino
per alimentare i bambini, viene quindi a soffrirne il loro
sviluppo cerebrale e psichico. Il latte vaccino contiene più
del doppio delle proteine del latte umano, ma questo non e
assolutamente un vantaggio, perché come dice un vecchio adagio "il
troppo storpia": per essere tollerato dal neonato, infatti, va
diluito, pena una forte reazione di rigetto e danni renali. Riguardo
alla presunta insostituibilità del latte di mucca quale fonte di
calcio (utile allo sviluppo di ossa e denti), bisogna ricordare
che i nostri progenitori non usavano assolutamente il latte
vaccino e avevano ossa e denti molto "compatti" e ben sviluppati,
come dimostrano i reperti fossili risalenti al Paleolitico. Il
fatto che le mucche producano un latte cosi ricco di calcio si
spiega facilmente tenendo conto delle necessita
fisiologiche di accrescimento dei neonati vitelli che inoltre
dovranno sviluppare le corna. Il latte materno non deve contenere
più calcio del normale, perché e quella la quantità ottimale per
far crescere sano un bambino. Il latte vaccino, dovendo servire ai
vitelli, che hanno una velocità d'accrescimento fisico
notevolmente superiore a quella umana (raddoppiano il proprio peso
dopo appena 47 giorni dalla nascita, mentre il neonato umano lo
raddoppia in 180 giorni), contiene dal 3,5% al 5% di proteine,
contro l'1,2% del latte umano. Tale notevole quantità di proteine
nel latte di mucca costituisce, quindi, una autentica
overdose proteica per un essere umano. Si è cosi
accertato che quando le proteine superano il normale fabbisogno
del mammifero che assume un determinato latte, l'eccesso
determina un sovraccarico per il fegato e le
reni, che hanno il compito di eliminare i prodotti
del metabolismo proteico. I neonati umani, quando non incorrono in
diarree pericolose, aumentano di peso, se allattati con latte
vaccino, molto più velocemente che se sono allattati con latte
umano. Tutto ciò ostacola lo sviluppo psichico del
bambino perché blocca, almeno parzialmente, la sua capacita
d'apprendere. Tale velocità d'accrescimento e tale che il
raddoppio del peso del neonato si raggiunge non in 180 giorni ma
in soli 118, tanto che all’età di un anno, rispetto ai coetanei
nutriti con latte umano, sono più pesanti di circa 2 kg e più alti
circa di 5 centimetri, tutto ciò a causa dell'eccesso di proteine
del latte vaccino. I bambini che presentano disturbi
nell'apprendimento sono l'80% di quelli allattati con latte
vaccino. Dato che il bambino presenta la massima velocità
d'accrescimento cerebrale nei primi 18 mesi di vita, alcuni
studiosi consigliano l'allattamento umano almeno sino a questa
età. I medici hanno riscontrato che oggi il giovane americano,
alla visita di leva, ha già concluso la crescita ossea, cosa che
solo venti anni fa succedeva sei-sette
anni più tardi. Questo avviene perché vengono
alimentati fin dalla nascita con latte non specifico e con altri
cibi iperproteici.
Ma
questo dato, che ad alcuni può sembrare positivo, ha invece un
lato "oscuro" preoccupante: a una accelerazione
innaturale del metabolismo e quindi ad una crescita più veloce di
quella geneticamente predeterminata si associa un invecchiamento
sicuramente più rapido.
Il
calcio tanto reclamizzato nel latte vaccino e in genere male
assorbito dall'uomo, perché e associato con una percentuale
(relativamente) troppo alta di fosforo (fattore inibente) e alla
caseina. Nonostante ciò, nei paesi occidentali "sviluppati" mangiamo
cosi tanto da riuscire a fare un'overdose quotidiana di calcio, il
quale va a depositarsi sulle pareti delle arterie provocando,
insieme al colesterolo, l'indurimento delle stesse oppure forma
calcoli renali, o si accumula nelle articolazioni, dando vita a
manifestazioni artritiche. Il cinese medio
assume appena 15 mg di calcio al
giorno, eppure ha meno carie e osteoporosi dell'americano medio,
che ne ingurgita ben 800 mg.
Qui a seguire il contenuto di calcio di alcuni
alimenti:
Prodotti / Calcio contenuto (mg/100g o 100 ml)
Prodotti a base di latte:
Latte intero=119
Latte scremato=125
Emmenthal=1145
Mozzarella di vacca=160
Grana Padano=1169
Verdura e legumi:
Spinaci surgelati, Foglie di rapa, Cicoria da taglio=170
indivia=93
fagioli in scatola=31
Tofu=159
Frutta:
ficchi secchi=186
arance=49 (succo circa 100)
mandorle=240
Prodotti / Calcio contenuto (mg/100g o 100 ml)
Prodotti a base di latte:
Latte intero=119
Latte scremato=125
Emmenthal=1145
Mozzarella di vacca=160
Grana Padano=1169
Verdura e legumi:
Spinaci surgelati, Foglie di rapa, Cicoria da taglio=170
indivia=93
fagioli in scatola=31
Tofu=159
Frutta:
ficchi secchi=186
arance=49 (succo circa 100)
mandorle=240
Pesce:
acciughe o alici fresche=148
polpo=144
acciughe o alici fresche=148
polpo=144
Diversi anni fa il Dipartimento americano per
l'agricoltura fece un esperimento, allevando vitelli con latte
pastorizzato. Dopo tre mesi erano tutti morti.
Composizione
del
latte umano: 1,2-1,5 %di proteine, dal 3
al 5% di grassi, dal 6,5 al 10% di carboidrati e 2% di sali: il
giusto cocktail per dare al neonato tutte le sostanze nutritive
necessarie alla crescita e allo sviluppo delle caratteristiche
peculiari della specie umana. Il primo liquido secreto dalle
ghiandole mammarie della donna, subito dopo il parto, e il colostro,
ricco di proteine e lattosio, e poverissimo di grassi. Determinante
in questa prima fase la presenza di un aminoacido essenziale, la
taurina, importante per lo sviluppo del sistema nervoso centrale e
della retina del neonato, e delle immunoglobuline secretorie, che
proteggono il neonato dalle infezioni respiratorie e intestinali. Le
immunoglobuline sono totalmente assenti nel latte vaccino o in
qualsiasi latte industriale. Si e notata
perciò una maggiore morbilita (cioè
tendenza a contrarre infezioni) in quei bambini allattati
artificialmente.
L'uomo e l'unico animale che si nutre di uova e latte per
tutta la vita, ed e anche l'unico animale, per quanto se ne sa, a
morire giovane di sclerosi coronarica
e ad ammalarsi di arteriosclerosi in età avanzata.
Danni
da
latte
All'inizio
del
Neolitico, con l'avvento dell'agricoltura e dell'allevamento di
mammiferi erbivori, venne introdotto
nell'alimentazione umana il latte dei mammiferi non umani ed i
derivati di tale latte.
Ogni
mammifero
produce un tipo di latte adatto solo alla propria specie. Orbene,
tra il latte umano e quello vaccino c’è un abisso! Tra i due latti vi è la stessa differenza esistente
tra una donna ed una mucca. Il latte umano e, tra tutti i tipi di
latte, quello che ha il contenuto proteico più basso, in assoluto;
ed e il più dolce.
Percentuali
di
proteine e glucidi (zuccheri) dei principali
tipi di latte:
proteine
glucidi
donna
1,2-1,5 7,00
vacca 3,50 4,80
bufala 3,67 3,60
capra 4,30 5,00
pecora 4,88 5,00
asina 2,02 5,90
vacca 3,50 4,80
bufala 3,67 3,60
capra 4,30 5,00
pecora 4,88 5,00
asina 2,02 5,90
Il
problema
dei latticini e degli altri sottoprodotti animali è molto
importante, poiché essi apportano all'organismo le stesse tossine
della carne (purine, colesterolo,
ptomaine), talvolta in dosi ancor più elevate. Il latte d'oggigiorno
contiene sostanze chimiche d'ogni tipo, estranee alla normale
composizione del latte e dannose all'uomo. ... Un prodotto tossico.
Il dottore S. Morini, allergolo
presso l'ospedale Regina Margherita di Roma, afferma che le sostanze
allergizzanti sono in prevalenza quelle
del latte vaccino, che deve essere escluso pertanto dalle diete di
chi presenta allergie alimentari. Il dottore F.
Carrier, sostiene che la soppressione
del latte e dei suoi derivati, nei casi di asma, affezioni cutanee,
di alcune affezioni dell'apparato genitale femminile e di tumori
produce sempre risultati positivi ed in molti casi addirittura
clamorosi.
Un
danno provocato da uno dei derivati del latte vaccino, lo yogurt,
è la cataratta.
In alcune zone dell'India dove lo yogurt si consuma abbondantemente
e quotidianamente la cateratta è molto diffusa. Sembra che il
galattosio in alte dosi favorisca la cataratta e lo yogurt è un
alimento tra i più ricchi in galattosio. Alcuni ne contengono sino
al 24%. Il latte negli anziani è controindicato anche
per il calcio contenuto, che si configura nettamente come un
fattore di fatica e di esasperazione funzionale della mucosa
vasale e cardiaca, ed è promotore di arteriosclerosi e di
accidenti vascolari. Molti anziani viaggiano verso la tomba su
un mare di latte. Nel latte vaccino il calcio è presente nella
misura di ben 175 milligrammi in 100 grammi di prodotto (calcio
espresso come ossido di calcio). Tale eccesso di
calcio, paradossalmente, impedisce proprio l'assorbimento del
calcio stesso, come del resto è comprovato da sintomi di
rachitismo presenti in bambini nutriti con latte vaccino. E’ un
luogo comune ritenere che il latte vaccino sia indispensabile
proprio per rifornirsi di calcio; i nostri antenati, prima della domesticazione degli erbivori da latte,
avevano scheletri del tutto normali, come dimostrano i reperti
fossili. Al microscopio polarizzatore una sezione ossea di un uomo
di Neandertal evidenzia una struttura
più elastica e resistente di quella di un uomo moderno, consumatore
di latte vaccino, che presenta invece alveoli grandi in un osso duro
e quindi fragile. Nei lattanti e negli adulti che assumono latte
vaccino si è potuta constatare una eccessiva
eliminazione di calcio con le urine, dovuta al forte contenuto
proteico del latte di mucca. Presso l'Istituto della
Nutrizione dell’Università del Wisconsin, dopo lunghe ricerche si
è constatato che si elimina più calcio di quello che se ne
ingerisca consumando cibi ricchi di proteine. Il latte vaccino
è legato alla caseina che impedisce l'assorbimento del calcio,
inoltre la maggioranza dei consumatori di latte e di formaggi fa uso
di prodotti pastorizzati, omogeneizzati o comunque lavorati
e tutte queste tecnologie degradano il calcio rendendolo
difficilmente assimilabile. Per avere calcio a
sufficienza basta mangiare verdura a foglia verde, frutta, frutti
secchi, che ne contengono abbastanza per i bisogni umani.
Nel
latte umano i grassi sono prevalentemente
polinsaturi (acidi utili contro l'arteriosclerosi),
mentre nel latte vaccino prevalgono i grassi saturi (causa
di colesterolemia e arteriosclerosi).
Nel latte vaccino vi è una prevalenza di caseina, mentre nel latte
umano prevale la lattoalbumina. Un'indagine
durata
30 anni in Scandinavia ha dimostrato
gli innegabili legami tra l'assunzione di latte vaccino e
l'insorgere dell'artrite. Il formaggio, a parte la carne, è molto
probabilmente il peggiore alimento oggi esistente, l'alimento più
negativo per la salute umana, è un deposito finale (una sorta
di discarica) di tutti i farmaci somministrati alle mucche, degli
additivi di dubbia innocuità, dei diserbanti che passano nel corpo
delle mucche, e poi nel latte, a mezzo dei
foraggi e delle granaglie che vengono dati per alimento. Non c'e da
meravigliarsi se qualche studioso ha detto che il formaggio oggi in
commercio è ai "limiti della tossicità". Un alimento killer. Il
latte in polvere si ottiene sottraendogli l'acqua di costituzione,
cioè essiccandolo. ... Uno
studio condotto nel 1979 dall’università di Berkley
in California trovò che il triptofano,
che è un aminoacido presente nel latte vaccino e nei suoi
derivati, stimola abnormemente la ghiandola pituitaria accelerando
l'invecchiamento del corpo. Il dottore
L.B.Franklin ( Università della Columbia inglese) condusse
uno studio su 1500 donne che presentavano noduli
benigni al seno, tutte grandi consumatrici di formaggi e altri
derivati dal latte. Il latte vaccino contiene un ormone, l'estradiolo,
che promuove la rapida crescita dei vitelli. Il dottore Franklin
dimostro che era tale ormone a provocare i noduli mammari, infatti quando queste donne eliminarono completamente i prodotti
del latte, guarirono nella misura dell'85% di esse.
Fatti
e
misfatti della BANDA DEL LATTE
Notizie
sul
latte o latticini adulterati o infetti, preoccupano gli abituali
consumatori del bianco alimento. Questo è tanto più sconvolgente,
per i grandi e piccoli bevitori, in quanto il latte di vacca ha una
solida patente di alimento sano, naturale, addirittura
indispensabile alla crescita (ma qualcuno lo sa che grandi civiltà
si sono sviluppate e sono fiorite senza l'aiuto di una sola goccia
di latte?). Questa patente, per effetto automatico di "traslazione",
"garantisce" anche i vari derivati (latticini, burro, panna,
formaggi freschi e stagionati, yogurt) e, grazie alla pubblicità,
madre delle più assurde e incrollabili convinzioni indotte, viene
estesa a un'infinita quantità di prodotti nella cui preparazione è
stato utilizzato latte, burro, oppure yogurt.
Meno
ovvio
e molto più "eversivo" raccontare come il consumo esagerato di latte
e derivati in questi ultimi decenni (in pratica dal secondo
dopoguerra) sia indissolubilmente legato alle cosiddette malattie
della civiltà. Ormai, l'abbiamo detto anche in precedenza, a tutti i
livelli (a cominciare dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità) si
riconosce che l'overdose proteica che abbiamo fatto nell'ultimo
cinquantennio non ha portato altro che una preoccupante
proliferazione delle malattie degenerative, che sono poi quelle che
affliggono l'uomo moderno, "ricco" e industrializzato, rivelandosi
in assoluto le principali cause di mortalità.
Fra
i danni da overdose proteica (tenetevi forte) può essere inclusa
anche la famigerata osteoporosi,
malattia sociale che colpisce strati sempre più estesi di
popolazione. A torto si è creduto (ispirati soprattutto
dall'aggressiva propaganda dell'industria lattiero-casearia)
che le ossa fatalmente perdano calcio
perché non ne assumiamo abbastanza col cibo. Per anni, allora, tutti
a consigliare dosi massicce di latte e derivati perché "tanto
ricchi dell'indispensabile calcio". Oggi gli
addetti ai lavori (almeno quelli aggiornati, perché di esperti che
hanno studiato solo su libri di quarant'anni
fa ne circolano ancora parecchi!) sanno che un
eccesso di proteine diminuisce la capacita dell'organismo di
sintetizzare proprio il prezioso calcio. L'incidenza di
osteoporosi, infatti, è massima negli Stati Uniti, in Finlandia,
Svezia e Inghilterra, paesi dove si consumano più cibi animali
(carne, latte, burro, formaggi, uova) è minima in un paese come il
Giappone dove, per tradizione, e sempre stato rarissimo il consumo
di latte vaccino e latticini (ma anche qui, purtroppo, si registra
una pericolosa tendenza a introdurre questi alimenti nella dieta
giornaliera, su modello statunitense). Da una ricerca pubblicata già
nel marzo l983 dal "Journal of Clinical
Nutrition", riguardante studi fatti su
fasce di popolazione intorno ai 65 anni, si evinceva
che le donne consumatrici di proteine animali avevano una perdita
ossea del 35%, mentre le donne vegetariane solo del 7%. Inoltre
nei bambini allattati artificialmente con latte vaccino sono stati
spesso riscontrati sintomi di rachitismo
Verdura a foglia verde, frutta, frutti secchi,
contengono abbastanza calcio da poter soddisfare, se assunti
correttamente, il fabbisogno umano giornaliero.
Ma chi è che non beve latte di mucca nel mondo? Il gruppo etnico più numeroso è rappresentato dai cinesi (un miliardo di persone, pari ad un quinto della popolazione mondiale), poi ci sono altre popolazioni lattasi-deficienti (cioè sprovviste dell'enzima necessario a digerirlo) : il 90% degli abitanti di Taiwan, degli indiani d'America e degli Esquimesi, il 70% dei Neri d'America, il 20% almeno dei Finlandesi, degli Svedesi e degli Svizzeri, e infine molti popoli africani, i quali negli anni passati si sono visti sommergere dalle eccedenze di latte in polvere (spedito per "scopi umanitari" dai paesi ricchi) che ha causato vere e proprie epidemie di dissenteria. A questi vanno aggiunti tutti i lattanti su scala mondiale durante l'allattamento al seno, i vegetaliani, i macrobiotici, gli aderenti alle varie scuole igieniste, la maggior parte dei crudisti, i fruttariani e tutti quelli allergici o ai quali semplicemente non piace.
Ma chi è che non beve latte di mucca nel mondo? Il gruppo etnico più numeroso è rappresentato dai cinesi (un miliardo di persone, pari ad un quinto della popolazione mondiale), poi ci sono altre popolazioni lattasi-deficienti (cioè sprovviste dell'enzima necessario a digerirlo) : il 90% degli abitanti di Taiwan, degli indiani d'America e degli Esquimesi, il 70% dei Neri d'America, il 20% almeno dei Finlandesi, degli Svedesi e degli Svizzeri, e infine molti popoli africani, i quali negli anni passati si sono visti sommergere dalle eccedenze di latte in polvere (spedito per "scopi umanitari" dai paesi ricchi) che ha causato vere e proprie epidemie di dissenteria. A questi vanno aggiunti tutti i lattanti su scala mondiale durante l'allattamento al seno, i vegetaliani, i macrobiotici, gli aderenti alle varie scuole igieniste, la maggior parte dei crudisti, i fruttariani e tutti quelli allergici o ai quali semplicemente non piace.
I
latticini hanno effetti di accumulo su tutti gli organi ed in
particolar modo (essendo derivati dal latte, prodotto delle
ghiandole mammarie) tendono a concentrarsi maggiormente nel tessuto
ghiandolare umano e negli organi della riproduzione. E’ per questo
che i più colpiti sono il seno, l'utero, le ovaie, la prostata, la
tiroide, le cavità nasali, l'ipofisi, la coclea dell'orecchio e la
zona cerebrale attorno al mesencefalo. Raffreddori da fieno e
problemi auditivi colpiscono molti consumatori di latte e latticini,
mentre, se l'accumulo avviene nei reni o nella,
vescicola biliare, si possono formare calcoli. Specie nei
raffreddori allergici, cessare completamente il consumo giornaliero
di latte e derivati porta rapidi e notevoli benefici. Ma in
particolare le donne, ancor più degli uomini,
dovrebbero ridurre drasticamente o, meglio, eliminare
completamente latte, formaggi, panna e burro, perché tutti questi
alimenti, per le ragioni suddette, favoriscono perdite vaginali,
cisti ovariche e al seno, fibromi,
tumori alla mammella e all'utero.
Come
dimostrato
da una ricerca condotta dall’Università della Colombia inglese, è
l'estradiolo, ormone presente nel
latte vaccino e che consente ai vitelli una rapida crescita
fisica, ad accelerare l'ingrandimento di noduli e cisti.
Studiando 1500 donne che presentavano noduli benigni al seno, tutte
grandi consumatrici di formaggi e altri derivati dal latte, si
constatò che, eliminando questi prodotti, l'85% di esse
guarì completamente. Sempre in tema, ci sembra utile citare "La
dieta di guerra ha protetto il seno", un articolo apparso sul
supplemento del Messaggero dedicato alla salute (suppl. n.7
del 13/ 02/93), in cui si riporta che, secondo un dato emerso da uno
studio condotto in Scozia dall'organizzazione di ricerca sul cancro
"Cancer Research
Campaign", le donne nate durante la
seconda guerra mondiale hanno meno probabilità di ammalarsi di
tumore al seno. Secondo questi ricercatori, la minore incidenza del
male che in Inghilterra è la principale causa di mortalità delle
donne tra i 35 e i 65 anni potrebbe essere il risultato del regime
povero di calorie e proteine animali, ma
ricco di vitamine (frutta e verdura), che le 45-50enni di oggi
furono costrette a seguire dato il razionamento di carne, zucchero e
latticini. Non tutti i mali vengono per nuocere...
Il formaggio, specie se duro, salato e stagionato, è
molto difficile da eliminare. Rimane sotto forma di acidi grassi
saturi nelle profondità organiche, come la spina dorsale, il
fegato, i reni (per non parlare delle arterie, le cui pareti
interne vengono rivestite da strati di
colesterolo). Per eliminare tutti i depositi inquinanti di
latticini e formaggi ci vogliono anni alcuni calcolano ne siano
necessari almeno sette, ma tutto dipende dal metabolismo individuale
seguendo una dieta totalmente vegetariana. Meglio ancora adottare
un'alimentazione vegetariana crudista,
a base di verdure e frutta fresca (da coltivazioni biologiche,
ovviamente), che accelera la depurazione. Particolarmente
preoccupante, inoltre, quanto emerse da uno studio condotto nel 1979
dalla prestigiosa Università di Berkley
in California, durante il quale si appuro che il triptofano,
un aminoacido presente nel latte vaccino e nei suoi derivati, stimola
abnormemente la ghiandola pituitaria accelerando l'invecchiamento
del corpo. Ringiovanimento e longevità, quindi, non fanno rima con
latte. A proposito di questo è bene ricordare che il latte è
veramente controindicato per gli anziani, giacché la massiccia
percentuale di calcio in esso
contenuto (che, come abbiamo già detto, associato ad altre
sostanze presenti nel latte vaccino, viene difficilmente assorbito
dal nostro organismo) si configura nettamente come un fattore di
fatica e di esasperazione funzionale della mucosa vasale e
cardiaca, diventando promotore di arteriosclerosi e di accidenti
vascolari, specie coronarici. Nei
lipidi del latte di mucca vi è una quantità eccessiva di acido miristico ed anch'esso può causare
alterazioni delle arterie ed arteriosclerosi. Ma un altro dato si
rivela davvero inquietante riguardo al prodotto che beviamo
oggigiorno: negli odierni allevamenti industriali, dove le mucche
sono costrette ad una gestazione continua, esse vengono
munte anche quando sono incinte e il loro latte contiene trefoni,
speciali sostanze eccito-formatrici, in pratica ormoni della vita
embrionale. Il latte vaccino oggi in commercio è ricco di questi trefoni, per cui,
al suo valore già in partenza iperplastico
(promotore cioè di un rapido accrescimento fisico), si aggiunge la
forza propulsiva di queste sostanze eccito-formatrici. Non è
azzardato dedurre che quest'impeto costruttivo abnorme (destinato a
far crescere un embrione di mucca e a farlo diventare un vitello) possa provocare moltiplicazioni improvvise,
disordinate ed incoercibili delle cellule somatiche nelle diverse
zone del corpo umano. In parole povere, riteniamo che il latte oggi
in commercio è da considerare, più che mai, potenzialmente
cancerogeno. Ma, allora, perché beviamo
il latte? Prima di tutto, complice la classe medica degli ultimi cinquant'anni, ci hanno fatto credere che
fosse l'alimento "perfetto", addirittura in grado di sostituire in
tutto e per tutto il latte materno nelle prime fasi di vita (!). Poi
ci hanno anche detto che senza il latte di mucca saremmo diventati
tutti rachitici e pieni di carie, per mancanza di calcio....
A
proposito di guadagni fatti senza scrupoli, è clamoroso il caso
del siero del latte
(sottoprodotto di scarto della lavorazione dei formaggi). Di colore
verdognolo e con un odore nauseabondo, alla fine degli Anni
Settanta, negli Stati Uniti, non fu più possibile scaricarlo nel
sistema fognario perché vennero
approvate severe leggi che vietavano questa pratica, in quanto il
siero del latte è molto inquinante. Vietarono anche di scaricarlo
nei corsi d'acqua, per non privarli di ossigeno e quindi provocare
la morte della flora e della fauna. Allora le aziende casearie si
inventarono di "scaricarlo" negli alimenti industriali( minestre
liofilizzate, cacao, impasti per dolci,
margarina, purea di patate, sughi, condimenti, alimenti per
l'infanzia, pane, ecc.) e da quel momento iniziarono a vendere "cibi
spazzatura" e continuano a farlo con grande successo, grazie alla
pubblicità martellante
Ci
sembra poi, dal nostro ristretto punto di vista occidentale, che il
mondo e la civiltà si siano sempre basati sul latte di mucca. Non è
vero: è stato solo all'inizio del Neolitico (circa 10.000 anni fa),
con l'avvento dell'agricoltura e dell'allevamento di mammiferi
erbivori, che venne introdotto
nell'alimentazione umana (in quantità assolutamente non paragonabili
a quelle odierne) il latte dei mammiferi non umani ed i suoi
derivati. E infatti nei
reperti paleoantropologici si
riscontrano carie solo a partire da questo periodo.
IL LATTE E I LATTICINI DI MUCCA
(da
http://www.disinformazione.it/latte.htm)
Premessa
Con l'avvento dei
mangimi artificiali, antibiotici ed altre sostanze il latte
attuale ha perso i valori nutritivi di un tempo, ed è diventato un
alimento non salutare, così pure dicesi dei formaggi fatti con
latte di mucca. Quelli prodotti con latte di capra sono
decisamente migliori.
Il latte e i
formaggi che troviamo in commercio non sono di certo prodotti di
alto valore nutritivo. Per mezzo della pastorizzazione il latte
cosiddetto fresco vale ben poco, e il latte sterilizzato di lunga
conservazione non ha nessun valore nutritivo. Quello
omogeneizzato, invece, è difficile da digerire perché l'omogenizzazione
rallenta la separazione dei grassi dal siero ed il latte non
riesce a cagliare.
A questo si
aggiunga che una buona parte dei veleni (diserbanti, ecc) che si
trovano nell'alimentazione delle mucche finisce nel latte.
Come assumere il calcio necessario?
Per garantirsi
sull'apporto giornaliero del Calcio è sufficiente utilizzare:
cereali, frutta fresca, noci e semi
crudi, frutta secca e verdura. In caso di necessità si potrà
usufruire del decotto di equiseto fatto bollire lentamente almeno
12 minuti.
Il
latte:
alimento antico o recente?
Il latte animale è
la sostanza di base da cui derivano tutti i latticini. Non si sa
con precisione da quanto tempo venga
usato come cibo dagli uomini, ma una cosa è abbastanza chiara: il
latte di capra e di altri animali fu usato da popoli nomadi molto
tempo prima di quello delle mucche domestiche.
Gli europei
introdussero il latte di mucca negli Stati Uniti intorno al 1625;
poco dopo fu formata la prima mandria degli Stati Uniti per la
produzione di latte. L'attrattiva che il latte esercitò fu forte,
soprattutto grazie alla strenue propaganda
di un gruppo entusiasta di uomini d'affari, che furono i fondatori
di una delle più grosse e influenti industrie alimentari degli
Stati Uniti, ed al supporto che diede loro il governo stesso nel
promuovere il latte come un cibo importante per l'alimentazione
dell'uomo.
A partire dal 1830
la domanda costrinse i produttori a meccanizzare la produzione, e
a partire da allora praticamente tutto quello che poteva essere
fatto al latte fu fatto, irradiamento compreso. Con l'avvento
della pastorizzazione, dell'omogeneizzazione e dei mezzi di
trasporto refrigerati, la disponibilità di latte crebbe, e alla
fine della Seconda guerra mondiale il latte era diventato il
simbolo del modo di mangiare ben congegnato e
dieteticamente superiore, tipico di quell'"american
way of life" (tipo di vita americana) che negli anni successivi andrà ad imporsi in tutto il mondo.
Il latte, cibo
definito "puro e perfetto" a causa del suo alto contenuto di
calcio, di proteine e di profitto, sta venendo
rapidamente smascherato come qualcosa che non è affatto perfetto
come siamo stati indotti a credere. Infatti
molti nutrizionisti e molti degli
stessi consumatori, hanno iniziato a ricredersi circa la sua
importanza e persino sulla sua sicurezza come cibo da usarsi tutti
i giorni.
Ma, purtroppo,
l'uso eccessivo che si è fatto del latte e dei suoi derivati ha
già provocato l'indebolimento del sistema immunitario di molti
uomini, della loro costituzione fisica e del loro carattere, e ci
vorrà molto tempo per cancellare le cicatrici che questi alimenti
hanno lasciato su almeno tre generazioni.
Come
sono
allevate le mucche da latte?
Il Professor Michael Brawford,
biochimico specialista in problemi nutrizionali, autore del libro
The Driving Force
osserva che nel corso del nostro secolo mentre l'uomo è riuscito a
progredire tecnologicamente, è anche tragicamente regredito nel
campo ecologico. Nel corso di cinquant'anni
l'uomo
si è trovato intorno un ambiente che
ha subito drastiche trasformazioni che hanno provocato, di
conseguenza, traumi che l'hanno messo in crisi.
L'incremento molto
alto di grassi animali nell'alimentazione umana, che negli Stati
Uniti d'America ha provocato l'incremento dell'obesità del 30 per
cento sulla popolazione, ha notevolmente penalizzato l'assunzione
di altre sostanze, come ad esempio i cereali, che fungono da
antiossidante che regola lo sviluppo del cervello. L'obesità e
altre malattie legate ad un'alimentazione tanto sbilanciata, sono
fra le cause principali della mortalità.
L'errore alimentare
non solo mette a rischio la vitalità dell'uomo, ma produce un
decadimento mentale progressivo. Urge quindi al più presto avviare
serie campagne educative, ben più radicali e incisive di
quelle tutt'oggi esistenti.
Come
vengono alimentate le mucche da latte?
La vita media
all'aria aperta è di 20 anni, in allevamento (chiuse in stalla) la
vita media s'aggira intorno ai cinque o sei anni. Per produrre a
ritmi intensivi latte e vitelli, solo il 25% degli animali riesce
a raggiungere sette anni d'età.
La dieta naturale
delle mucche è l'erba da pascolo, nell'allevamento industriale si
utilizzano: erbaggi, spazzatura, rifiuti non solidi tritati,
letame e feci animali, residui intestinali della macellazione di
altri animali. In sostanza si stravolge l'alimentazione di un
animale erbivoro, inserendo sostanze di origine carnea e organica
che provocano conseguenze terribili.
Oltre alle
conseguenze comuni dell'allevamento in batteria, dovute alla
mancanza di movimento e di ruminare, alle mastiti
mammellari che rendono impossibile l'allattamento dei vitelli,
s'arriva a provocare conseguenze di estrema gravità, che sono
state indicate sotto il termine di una forma di pazzia. Il
fenomeno della "mucca pazza" ne è una tristissima realtà.
Il
latte
e i formaggi non hanno alto valore nutritivo
Il latte e i
formaggi che troviamo in commercio non sono di certo prodotti di
alto valore nutritivo. Per mezzo della pastorizzazione il latte
cosiddetto fresco vale ben poco, e il latte sterilizzato di lunga
conservazione non ha nessun valore nutritivo.
Per essere
assimilato il latte deve prima cagliare e, se è stato
omogeneizzato (trattamento che viene
fatto solo al latte destinato al consumo diretto), non può
cagliare. L'omogeneizzazione rallenta infatti
la separazione dei grassi dal siero, in pratica limita che si
formi "il fondo" dentro i contenitori. Va notato che
l'omogeneizzazione è solo un trattamento meccanico che non altera
le qualità nutrizionali del latte, ma lo rende non idoneo alla
caseificazione.
Una buona parte dei
veleni (diserbanti, ecc) che si trovano nell'alimentazione delle
mucche finisce nel latte, e quest'ultimo diventa maggiormente
tossico all'inizio della primavera e quando le mucche sono malate
(cosa assai frequente per gli animali che vivono quasi sempre
dentro le stalle).
Per legge della
natura, il latte serve esclusivamente per nutrire i piccoli della
propria specie fino allo svezzamento. Così il latte di mucca è un
alimento completo, ma solo per il vitello fino allo svezzamento.
La specie umana dovrebbe prendere il latte solo dalla propria
madre, normalmente fino all'età di cinque anni circa.
Gli adulti che
desiderano bere il latte dovrebbero andare a popparlo dal seno
della madre o dal seno di un'altra donna. Quanti adulti ci sono
che se la sentono di bere il latte in questo modo? Se gli uomini
adulti non se la sentono affatto di poppare il latte direttamente
dal seno materno è semplicemente perchè tutti gli animali adulti
non devono più prendere il latte, e ancora meno farne del
formaggio.
Andando contro
questa regola naturale non ci si guadagna niente in salute.
L'energia vitale del latte alla mungitura è di 6500 A°
(Armostrong, N.d.R.), dopo sei ore
6000 A°, dopo 48 ore dalla mungitura
2000 A°. I formaggi fermentati non
emettono quasi nessuna radiazione vitale, quelli non fermentati
hanno 7500 A° di radiazione, ma non
essendo questi, cibi naturali, si possono consumare solo
raramente.
Trasmutazione
del
Calcio con cibi vegetali
Il nostro sangue
deve contenere Sodio e Calcio in abbondanza perché, secondo la mia
esperienza un sangue sano contiene più Sodio e Calcio di uno
malato. Non ritengo giusto tuttavia raccomandare il latte per
avere più Calcio. Il Sodio e Calcio sono elementi provenienti
soprattutto da cibi animali, mentre Potassio e Magnesio sono
elementi che derivano principalmente dai cibi vegetali.
Secondo la teoria
della trasmutazione di Kervran (?),
questi quattro elementi si possono trasmutare l'uno nell'altro. Il
Calcio può essere prodotto a partire dal Magnesio, presente nella
clorofilla, per combinazione con l'ossigeno. Perciò è possibile
ottenere il Calcio a sufficienza mangiando unicamente verdure: infatti le mucche e molti altri mammiferi
che mangiano solo erba hanno una struttura ossea molto sviluppata.
Un vitellino appena
nato pesa intorno ai cinquanta chili,
mentre dopo un mese ne peserà circa una novantina ed a questo
punto sarà in grado di andarsene in giro da solo. Questa rapida
crescita richiede un rapido sviluppo della struttura del corpo ed
in particolare delle ossa, in base alle richieste del peso e del
movimento dell'animale. Questa è la ragione per cui il latte della
vacca contiene una così grande quantità di calcio tre o quattro
volte di più del latte umano.
Il latte materno
contiene fosforo. Questo elemento è molto importante per la
crescita e lo sviluppo del cervello. Il piccolo dell'uomo sviluppa
dapprima il cervello, mentre l'animale sviluppa prima la sua
struttura ossea. Perciò è giusto che il latte destinato ad un
piccolo essere umano sia diverso da quello per un grande animale.
Nutrire con latte vaccino un neonato, senza prima riflettere
sull'ordine naturale delle cose, è troppo semplicistico.
La scienza presta
attenzione alle calorie, alle vitamine, alle proteine, agli
zuccheri ecc., senza però conoscere
esattamente in base a quale meccanismo il latte di mucca crei le
mucche e il latte umano faccia diventare esseri umani i bambini.
Quando la scienza raggiungerà una più completa comprensione della
differenza tra mucche ed esseri umani sicuramente proclamerà che
il latte di mucca non deve essere dato agli uomini. Il latte
vaccino è adatto ai vitelli.
IL
CALCIO, UN PREZIOSO ELEMENTO
Il Calcio è
necessario per la propagazione degli impulsi nervosi, la salute
delle ossa e denti e la regolazione del battito cardiaco.
Equilibra il
sistema nervoso ed interviene nell'attività ritmica del cuore.
Evita: carie dentarie, crampi alle gambe, unghie fragili,
irritabilità e alcune forme di mal di testa. L'assimilazione di
questo prezioso elemento è controllato dalla
ghiandole endocrine ed il corpo è capace di ricavare
tutto il Calcio che gli è necessario da una dieta sana e naturale.
Per garantirsi sull'apporto giornaliero del Calcio è perciò
sufficiente utilizzare: cereali, frutta fresca,
noci e semi crudi, frutta secca, germe di grano, avena, e
verdure con foglie verdi. In caso di necessità si potrà usufruire
del decotto di equiseto fatto bollire lentamente almeno 12 minuti.
Attenzione: l'aceto, ed i sottaceti, sono pericolosi nemici del
calcio e vanno usati con molta cautela.
Alcune note di biochimica sul Calcio
Il Calcio è
necessario per la propagazione degli impulsi nervosi, la salute
delle ossa e denti e la regolazione del battito cardiaco. In
questi ultimi anni, si è diffusa la credenza che sia necessario
utilizzare latte e formaggio per essere
sicuri di averne sempre a disposizione. Questa è un'idea
piuttosto falsa come vedremo in questa breve
trattato. Infatti, i mammiferi, durante la loro infanzia,
ricevono il calcio dal latte materno e, una volta cresciuti, i
carnivori lo ricevono dalle loro prede e gli erbivori dal regno
vegetale. Nessuno di loro lo prende dal latte!
Secondo la teoria
della trasmutazione di Kervran,
Sodio, Calcio, Potassio e Magnesio si possono trasmutare l'uno
nell'altro. In particolare la trasmutazione del Silicio in Calcio
è molto diffusa in natura anche nelle piante.
Su queste basi,
diventa comprensibile l'effetto remineralizzante
e ricalcificante osseo, di alimenti
ricchi di Silicio come il miglio e il frumento (65/68 per cento) e
ricchi di Magnesio come il grano saraceno. Non è un caso, infatti,
che da sempre in medicina popolare si usi
l'equiseto (Equisetum arvensis
detto anche Coda cavallina) sotto forma di decotto, carbone
vegetale o altre preparazioni come ricalcificante
nelle fratture ossee e cartilaginee, nell'osteoporosi, per le
unghie soggette a facili fratture, nelle carie, ecc.
Nella formazione di
Calcio, il Magnesio non è certo meno importante del Potassio e del
Silicio. È questa trasmutazione (Magnesio + Ossigeno = Calcio) che
ci spiega ad esempio il meccanismo di formazione della corazza di
aragoste e granchi e della costituzione del corallo.
La mania di usare
molti latticini, per non restare senza calcio, non è pertanto
fondata su verità. Diremo anzi che è pericolosa, visto che recenti
ricerche hanno dimostrato come l'osteoporosi ed il cancro al seno
siano più diffuse nei paesi dove vi è un maggior consumo di latte
e formaggio. Pertanto è preferibile ottenere il Calcio necessario
mangiando cibi che provengono dal regno vegetale; che ne danno
conferma le mucche e molti altri mammiferi che mangiano solo erba
ed hanno una struttura ossea molto sviluppata. In questi ultimi
anni, si è diffusa la credenza che sia necessario utilizzare latte
e formaggio per essere sicuri di
averne sempre a disposizione. Questa è un'idea piuttosto falsa
come vedremo in questa breve trattato,
infatti, durante l'infanzia i mammiferi ricevono il calcio dal
latte materno e, una volta cresciuti, i carnivori lo ricevono
dalle loro prede e gli erbivori dal regno vegetale se erbivori.
Nessuno di loro lo prende dal latte!
Il
calcio
del latte è dannoso!
Il calcio è una
pericolosa mania che è nata tra i medici e tra la gente. Questa
mania è cresciuta a tal punto che le industrie latteo?casearie
stanno prosperando. Osserviamo in che modo siamo presi in giro.
Nessuna
specie
al mondo si è mai preoccupata del calcio né della mancanza di
calcio. Durante l'infanzia, il calcio viene
fornito dal latte materno; dopo lo svezzamento i carnivori
ricavano calcio dagli animali predati e gli erbivori dal regno
vegetale. Ma nessun animale lo riceve dai derivati del latte.
L'assimilazione di calcio nel corpo umano avviene solo
quando è in rapporto 2:1 con il fosforo. Nessun latte
animale ha questo rapporto, perciò nell'uomo non avviene nessuna
assimilazione di calcio (Dr. Frank
Oski, pediatra, New York).
Da
dove prende il calcio il vitello, i cui bisogni di tale minerale
sono molto più alti di quello dell'uomo?
Come
può essere adatto all'uomo il calcio del latte di mucca che è
stato creato per il vitello? Vuol dire che qualsiasi cosa
contenga calcio può essere consumata dall'uomo
anche se è una pianta velenosa, carne o latte?
Se
il calcio serve allo sviluppo delle ossa e alla crescita fisica,
perché abbiamo bisogno di calcio anche quando la crescita è
completa? Il bisogno di calcio non si riduce dopo la maturità?
Dove andrà questo eccesso di calcio? Nessun dubbio, sarà
depositato nei vari organi, arterie, articolazioni o espulso,
sovraccaricando così gli organi escretori in modo da esaurirli o
squilibrarli.
Il
calcio è necessario per la propagazione degli impulsi nervosi,
costituisce un elemento necessario per tenere insieme le cellule
nei tessuti del corpo; contribuisce a mantenere regolare il
battito cardiaco; è fondamentale per la salute di ossa e denti. È naturale
chiedersi come si fa ad avere calcio a sufficienza se non si beve
latte e non si mangiano latticini.
Come
avere
calcio senza latticini
Prima di tutto,
serve solo una piccola quantità di calcio per far fronte a tutte
queste funzioni vitali. L'assimilazione del calcio nel corpo è
controllata dalle ghiandole endocrine e il corpo può ricavare
tutto il calcio di cui ha bisogno da una dieta sana e naturale.
La questione, in
definitiva, non è su qual è il modo di aumentare la quantità di
calcio assunta, ma piuttosto cosa è che trattiene o porta via il
calcio. Il calcio si trova in tutti i cibi che crescono sulla
terra. Essi forniscono facilmente sufficienti quantità di calcio
per far fronte alle richieste sia dei bambini in fase di crescita
che degli adulti. Le piante assorbono il calcio dal terreno
incorporano nella loro struttura. Gli animali mangiano piante e
assorbono il calcio. così che la mucca
si procura calcio.
È stato stabilito
chiaramente che i vegetali a foglia verde sono una fonte primaria
di calcio utilizzabile nella nutrizione umana. In aggiunta, hanno
calcio a sufficienza tutte le noci e i
semi crudi, i cereali e la frutta fresca, la frutta secca e le
verdure. Affermazioni del tipo "non possiamo soddisfare il nostro
bisogno di calcio con una dieta senza latticini" sono palesi
bugie, false, inqualificabili e menzogne estremiste. Ricorda che
alcuni ricercatori hanno dimostrato che la deficienza calcio non è
presente tra persone che adottano una dieta naturale.
Allergie
alimentari
Le allergie
alimentari sono causate principalmente da un ristagno nella
funzione intestinale, causato soprattutto dal consumo prolungato
di latticini. Altri cibi che contribuiscono a tale ristagno
dell'intestino sono i farinacei, in particolar modo quelli
lievitati e cotti al forno, lo zucchero e i dolci, i cibi grassi e
oleosi, la frutta tropicale e i succhi da
questa ricavati, gli additivi chimici o le medicine, e il
consumo abituale di insalate e altri cibi crudi.
Allergie cutanee
In genere, le
allergie cutanee sono causate dall'aver consumato per lungo tempo
quantità eccessive di latticini, di cibi grassi e oleosi, di
zucchero, di dolci, di farina e altri derivati dei cereali
raffinati, di spezie, di medicine e di additivi chimici: inoltre
svolgono un importante ruolo anche cibi di origine animale, come
uova, pollame, pesce azzurro o a carni rosse.
Asma
Spesso l'asma può
essere ricondotta ad un consumo eccessivo di latticini, di cibi
contenenti grassi e olio, zucchero, dolci e
frutta tropicale. Il consumo eccessivo di liquidi e
bibite analcoliche, bevande fredde, latte e bevande a base di
latte e succhi di frutta sono spesso una causa determinante
dell'asma.
Autoimmunità
In parole povere,
l'autoimmunità è la capacità del corpo
di distinguere ciò che è suo da ciò che non lo è. Quando il
sistema immunitario si sbaglia nel fare tale distinzione, reagisce
contro una serie di costituenti del corpo, e tutte le funzioni
immunitarie sono compromesse.
La malattia autoimmune (tra cui sclerosi multipla,
epatite, artrite reumatoide, vari
disturbi renali, ecc.) sta diventando sempre più frequente nei
paesi ricchi. Ma se questa malattia non viene
compresa nelle sue cause, continuerà a diffondersi e a interessare
la vita di milioni di persone.
L'artrite, per
esempio, nella quale è a volte coinvolta una reazione autoimmunitaria,
è assai spesso causata da cibi come frutta, succhi di frutta
(soprattutto di origine tropicale o semitropicale), spezie,
eccitanti ed erbe e bevande aromatiche, bibite analcoliche,
zucchero, cioccolato, aceto pomodori, melanzane e altre verdure di
origine tropicale.
Altre forme di
artrite sono dovute al consumo di cibi
con carne, pollame, uova, formaggi stagionati e altri cibi
animali, e da grandi quantità di sale e altri minerali. In
entrambe le forme citate vi è il consumo eccessivo e prolungato
nel tempo latticini e zucchero raffinato. Il gelato e altri
latticini trattati dall'industria alimentare sono un'altra causa
fondamentale di tutte le forme di malattia
autoimmune.
Raffreddore da fieno
Il raffreddore da
fieno è il risultato di un consumo prolungato di latticini,
di cibi contenenti grassi e olio, di farinacei e di cereali
raffinati insieme a frutta e succhi di frutta, zucchero, dolci e
frutta tropicale.
Latticini,
cibo
animale ed estetica
Seguono gli effetti
di un'alimentazione a base di carne in genere (pesce, pollame,
salumi, insaccati, ecc.) e latticini:
-
Capelli chiari, dritti e sottili.
- Peli più diffusi e spessi sul corpo e
sul viso, anche nelle donne.
-
Odore del corpo sgradevole.
-
Capelli con doppie punte.
-
Calvizie al centro della testa.
-
Alopecia (diradamento generale dei capelli).
-
Pelle secca e squamosa; unghie più dure e spesse.
-
Colorito estremamente pallido; chiazze bianche sulla
pelle (anche vitiligine).
-
Rughe sul viso, soprattutto sulla fronte e fra le
sopracciglia; "borse" scure o violacee sotto gli occhi.
-
Acne e foruncoli in genere.
-
Cellulite (se localizzata nella parte alta del corpo,
con un seno molto grande, si consumano più latticini freschi,
molli e zuccherati; se la cellulite riguarda maggiormente la
parte bassa del corpo, si fa più uso di formaggi salati e
stagionati); grasso superfluo.
Conclusione
Non vorremmo che
queste informazioni spaventassero, vanno comunque tenute presenti quando si
considera la salute come una cosa preziosa. Noi suggeriamo di non
utilizzare il latte di nessun tipo e, qualora piacciano i
formaggi, tener presente che quelli di capra sono molto migliori.
Per garantirsi
sull'apporto giornaliero del Calcio è sufficiente utilizzare:
frutta fresca, noci e semi crudi,
frutta secca e verdura. In caso di necessità si potrà usufruire
del decotto di equiseto fatto bollire lentamente almeno 12 minuti.
Riferimenti
bibliografici
1.
Da: S. Gagné, Energelics of food, Spiral
sciences.
Citato in Latte e formaggio, rischi e alternative, p. 15.
Citato in Latte e formaggio, rischi e alternative, p. 15.
2.
La voce dei senza voce, primavera
1996,
p. 33.
3.
Come alimentarsi per acquistare salute,
Edizioni Miche Manca, via Pinetti, 91/4 - 16144 Genova.
Edizioni Miche Manca, via Pinetti, 91/4 - 16144 Genova.
4..
Antognetti, Latte e
formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini.
Macro/Edizioni, Cesena (FO).
Macro/Edizioni, Cesena (FO).
5.
Ibid.
6.
Michio Kushi,
Allergies,
Japan publications.
Citato in Latte e formaggio, rischi e alternative, p. 21.
Citato in Latte e formaggio, rischi e alternative, p. 21.
7.
Latte e formaggio, rischi e alternative, p.
25,
Associazione per la protezione della salute, via Isei, 29/31, 47023 Cesena (FO).
Associazione per la protezione della salute, via Isei, 29/31, 47023 Cesena (FO).
8.
Ibid.,
pp. 2-3.
Bibliografia.
-
Comunicato Andromeda
n. 4/1991,
Andromeda, via S. Allende 1, 40139 Bologna.
Andromeda, via S. Allende 1, 40139 Bologna.
-
P. Antognetti, Latte
e formaggio, rischi e allergie per aduli
e bambini.
Macro/Edizioni, Cesena (FO).
Macro/Edizioni, Cesena (FO).
-
A. Kushi, Dieta
salute e bellezza.
Edizioni Mediterranee, Roma.
Edizioni Mediterranee, Roma.
FONTE: http://www.paleodieta.it/latte.htm
Iscriviti a:
Post (Atom)